Cosa dire a tuo figlio quando pensi che stia sbagliando
Te ne parla Alessio Roberti
Come usare il POTERE POSITIVO DELLE PAROLE per gestire alcuni comportamenti inappropriati di tuo figlio.
Inizio raccontandoti un episodio di vita vera; qualche tempo fa sono stato testimone di questa scena, ero nella sala d’attesa di un medico.
Di fianco a me sedeva una nonna con, accanto, un nipotino un po’ annoiato.
La nonna stava chiacchierando con una altra signora, mentre il nipotino continuava a interromperla, probabilmente cercando di attirare la sua attenzione.
La reazione della nonna è stata molto comune, ma non per questo meno sbagliata.
Rivolgendosi al bambino gli ha detto: “perché mi interrompi SEMPRE mentre parlo? SEI DAVVERO un bambino MALEDUCATO”.
E questa frase è sbagliata per almeno 2 motivi:
1) La frase esprime un GIUDIZIO DIRETTO che colpisce il bambino e non un suo comportamento specifico.
2) La fraseUMILIA il bambino difronte a un’altra persona, rischiando quindi di minare la sua autostima.
Come è meglio esprimersi? In casi come questo viene in nostro aiuto l’intelligenza linguistica, con lo schema LINGUAGGIO dell’IO.
Grazie a questa strategia linguistica, una frase difettosa, come quella pronunciata dalla nonna, può essere trasformata completamente.
Vediamo come:
“Perché mi interrompi sempre mentre parlo? Sei davvero un bambino maleducato”
La frase può diventare:
“Quando mi interrompi mentre parlo, succede che perdo il filo e mi innervosisco. Preferirei che tu aspettassi la fine del mio discorso, in questo modo potrò darti tutta l’attenzione che meriti”
Analizziamo insieme la notevole differenza tra le due frasi:
nella seconda si evita qualsiasi giudizio sul bambino,
si sottolinea invece un comportamento sbagliato,
si mettono in primo piano bisogni ed emozioni di chi parla,
e si sposta l’attenzione su una soluzione che possa soddisfare e rispettare entrambi.
Riepiloghiamo insieme i passaggi di questo schema linguistico per poterlo iniziare a usare subito:
- inizia con “quando tu” e descrivi oggettivamente il comportamento del bambino;
- prosegui dicendo “succede che” e sottolinea gli effetti che il suo comportamento ha sul tuo,
- chiarisci come ti senti in quel momento e concludi con “mi piacerebbe che” e suggerisci una soluzione valida per entrambi.
Facciamo un altro esempio: una madre con suo figlio.
“Quando lasci in disordine la tua camera succede che la devo sistemare io, che sono già molto stanca perché ho appena finito di cucinare, gradirei che tu sistemassi i tuoi giochi, in modo che poi possiamo fare insieme un’attività”.
In questa frase si inizia descrivendo oggettivamente il comportamento del bambino, si prosegue sottolineando gli effetti che il comportamento del bambino hanno su quello della madre.
La madre chiarisce come si sente (sono molto stanca) e conclude suggerendo una soluzione valida per entrambi.
Il consiglio è di utilizzare questo schema con un tono di voce molto morbido, NESSUN GIUDIZIO o negatività.
Inizialmente non sarà istintivo utilizzare il LINGUAGGIO dell’IO, che è una schema complesso, però questo farà la differenza nel dialogo tra tuo figlio e te.
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