Paura di cambiare
Esistono cambiamenti voluti e cambiamenti forzati
Qui di seguito un prezioso contenuto estratto dal libro “Mindset per Cambiare”.
Partiamo da una distinzione fondamentale: esistono cambiamenti ragionati e voluti e cambiamenti non voluti ma decisi per forza di cose, come risposta a una logica di strategia dominante.
Una serie di esempi ti chiarirà tutto.
Esempio 1.
La tua azienda (famiglia, team, ecc.) non “funziona” più come dovrebbe e come “funzionava una volta”.
Quindi ti lanci in un’appassionante indagine, per cercare di comprenderne le ragioni, le “patologie” e per elaborare, naturalmente, una valida soluzione.
Il tuo cervello “cognitivo” è impiegato al massimo delle sue facoltà, i ragionamenti si susseguono, magari aiutati da grafici, schemi, conversazioni con consulenti, amici esperti, tecnici e addetti ai lavori e, alla fine, arrivi alla conclusione tanto attesa: occorre effettuare una serie di importanti cambiamenti, se vuoi tornare a essere soddisfatto (felice, appagato ecc.).
Non ti resta che attuare il piano, ora che l’hai chiarito a te stesso, che è già lì, nero su bianco, stampato sotto forma di roadmap, con tanto di data d’inizio e data di fine.
Questo esempio si adatta perfettamente anche ai cambiamenti familiari, sentimentali, alimentari e via discorrendo.
Esempio 2.
La tua azienda è stata costruita su un business che, nei prossimi giorni, verrà letteralmente stravolto dall’entrata in vigore di una nuova legge: tuttavia, ancora oggi, va a meraviglia, il modello di business è vincente, il team è coeso e le procedure sono perfette.
Eppure, il mondo esterno, al di fuori della tua portata e controllo, ti sta letteralmente “ordinando” di cambiare e di smontare un giocattolo perfetto, che tanto ti ha dato e che ti potrebbe dare ancora di più, quasi senza fatica, se solo non arrivasse la norma.
Non ti resta che fare un piano per adattarti, il più presto possibile, al cambiamento imposto dal sistema e ristrutturare, letteralmente, la tua azienda.
Che cosa c’è di profondamente diverso, nei due esempi?
In ambedue i casi hai un piano per cambiare (il cervello cognitivo ha fatto bene i suoi compitini) e sai perfettamente che il “non cambiamento” equivale a una vera e propria disfatta, una sorta di “cronaca di una morte annunciata”.
Ma la decisione nel primo caso è più semplice da prendere e il cambiamento più facile da perseguire, perché il rischio è basso: quando stiamo male non abbiamo molto da perdere nel cambiare, perché sappiamo che, difficilmente, potrebbe andare peggio ed è, dunque, più facile rivoluzionare anche tutti gli assetti, andando a rompere, con grande energia, ogni omeostasi creatasi.
Ma lo stesso non si può dire del secondo caso in cui, invece, percepisci una zona di grande rischio perché, stavolta, si tratta di abbandonare una situazione vincente, di successo, per abbracciare decisioni aleatorie, piani dai risvolti non completamente prevedibili o situazioni di basso controllo (perlomeno rispetto al set point di partenza).
Siamo geneticamente programmati per essere “avversi alle perdite”: in buona sostanza, siamo più motivati dall’evitare perdite che dall’ottenere premi e gratificazioni.
Quando il cambiamento avviene in una condizione di insoddisfazione, le tue decisioni razionali sono allineate con le pulsioni più istintive che, alimentando la tua naturale avversione alle perdite, ti stimolano a mettere in atto ogni cambiamento necessario per allontanarti da una condizione negativa (perdita percepita).
Cosa che, non solo non avviene nel secondo esempio ma che, addirittura, avviene alla rovescia: sei già in una condizione positiva, perciò, la perdita da temere è quella data dal cambiamento, anziché dalla completa inazione.
Ed è legittimo che, in simili casi, la nostra istintiva ritrosia verso ciò che percepiamo come perdita, ci generi vere e proprie forme di auto sabotaggio circa i cambiamenti che, a livello razionale, sappiamo però essere necessari e più che logici, poiché la strategia di gioco dominante, nell’esempio di cui sopra, non può che essere quella di adeguarsi ai mutamenti imposti dal sistema.
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