Perché il paziente non fa la terapia?
Te ne parla Alessio Roberti
In occasione dei tantissimi corsi e convegni medici a cui ho partecipato, anche in campo oncologico, una delle domande più frequenti era:
Perché il paziente non fa la terapia?
Se il paziente crede di non farcela, se crede che la cura non serva a niente, non la seguirà e non intraprenderà nessuna azione in questa direzione.
Quindi, possiamo dire che i risultati sono in linea con le convinzioni di partenza.
E noi abbiamo diversi tipi di convinzioni:
⏩ abbiamo convinzioni su ciò che è possibile e su ciò che è impossibile per noi,
⏩ abbiamo convinzioni su ciò che siamo e su ciò che non siamo.
Se una persona subisce un incidente, ed è convinta di poter recuperare dopo l’accaduto, seguirà un percorso di fisioterapia; in caso contrario, non la farà.
Potremmo elencare numerosi casi di fisioterapisti e di medici che operano negli ospedali e che affermano che uno dei problemi più grossi che devono gestire dopo gli incidenti è la depressione dei pazienti.
Le persone, dopo un incidente, tendono a lasciarsi andare e a pensare che la loro vita sia finita: per questo motivo, non si mettono in gioco e scelgono di non seguire la riabilitazione.
L’aspetto importante da ricordare è che solo quando pensiamo di poter fare qualcosa, agiamo per farlo davvero: l’azione è conseguente alla convinzione.
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