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Sono Richard Bandler, co-creatore della P.N.L., e voglio parlarvi di libertà personale. Tutto è cominciato una quarantina di anni fa, perché volevo aiutare la gente a cambiare. C’erano in giro un sacco di manuali e di libri che spiegavano cosa non funzionava nelle persone, ma nessuno conteneva la benché minima indicazione concreta su cosa fare per migliorare la situazione. Fu allora che iniziai a cercare dei modi per aiutare le persone a essere libere. È ciò a cui ho lavorato per tutta la vita: la libertà personale.

La libertà personale è la capacità di provare le emozioni che volete, spezzando così le catene di paura, tristezza e odio: catene fatte di emozioni e sensazioni negative, di convinzioni limitanti e di comportamenti distruttivi.

Così cominciai a studiare uno dei terapeuti di maggior successo in quel periodo: Virginia Satir. Virginia era davvero brava nel suo lavoro e particolarmente tenace. Quando i suoi pazienti le sottoponevano un problema, lei lo affrontava con perseveranza e continuava a lavorarci fino a quando li aveva aiutati a cambiare. Passavo molto tempo a studiare il suo modo di lavorare e come riuscisse a ottenere quei risultati.
Fu così che, ben presto, cominciai ad accompagnarla negli ospedali psichiatrici.
Visto che ero assieme a Virginia, i medici davano per scontato che anch’io fossi uno psicoterapeuta e mi lasciavano fare quello che volevo… Sapete, in quegli ospedali si incontra parecchia gente strana e… non sto parlando dei pazienti! Una volta, mentre insegnavo in un ospedale di Seattle, chiesi se qualcuno conoscesse la differenza tra psichiatri e schizofrenici. Una partecipante mi rispose: “Certo! Uno schizofrenico può guarire e andarsene dall’ospedale psichiatrico!”.

Prendete la psicoanalisi, ad esempio. Se ci pensate un attimo, è una cosa veramente bizzarra. C’è questa idea fissa che i vostri problemi derivino dal fatto di provare attrazione sessuale per vostro padre o vostra madre. Ma dai!
La gente mi chiede sempre quanta resistenza ho incontrato, tra psicologi e psicoterapeuti.
A dire il vero, piuttosto poca: nella maggior parte dei casi erano ben contenti di poter imparare qualcosa di utile per aiutare i propri pazienti. Erano brave persone, frustrate dal modello di intervento psicologico che, allora, era la norma. A quel tempo si pensava che i problemi di una persona derivassero sempre dal suo passato, ma io sono convinto che se la gente ha dei problemi la ragione è semplice: le persone nascono, fanno delle esperienze e imparano a pensare in certi modi.

Molti si sentono intrappolati dal proprio passato, ma la situazione è diversa: sono “abituati” a star male. Diverse persone a cui sono successe cose brutte, anziché essere felici di saperle ormai nel passato, le rivivono costantemente nella propria mente, riuscendo così a rovinarsi anche il presente.

Cosa fare del nostro passato è sempre e comunque una nostra scelta: possiamo usarlo per limitare il nostro futuro oppure per migliorarlo.
Questa è da sempre la base del mio lavoro: insegnare alle persone come fare in modo che, guardando al passato, possano usarlo per imparare, anziché soffrire a causa sua.

Quando giravo gli ospedali con Virginia, mi chiesero di lavorare con Charlie, uno schizofrenico. Era convito che il Diavolo gli parlasse. Diceva agli psichiatri e alle infermiere che il Diavolo era venuto a trovarlo e che gli aveva bisbigliato brutte cose sul loro conto. La sua famiglia era disperata: avevano sentito parlare del mio approccio fuori dagli schemi e mi chiesero se potevo aiutarlo.
Dicevano che Charlie era pazzo, ma per me era meno matto della maggior parte delle persone con cui sono cresciuto. Il fatto è che la gente ha modi diversi di pensare: alcuni utili, altri meno. Io sono qui per insegnarvi come pensare in modo più utile, in modo che possiate sentirvi più felici e più liberi.

L’effetto collaterale di questi modi di pensare poco utili è che, a volte, creano grandi difficoltà, che si manifestano nelle più varie forme, dalla schizofrenia alla depressione, a tutta una gamma di comportamenti autolesionistici davvero assurdi.

Per me, chiunque usi la propria mente per rendersi la vita più spiacevole del necessario è una persona che si rende schiava della convinzione che la vita sia sofferenza. Ci si dimentica che nella vita è meglio evitare di ricordare e rivivere le cose sgradevoli del passato. È meglio andare avanti, e considerare la vita come la meravigliosa avventura che in effetti può essere.

Bisognerebbe porsi domande stimolanti, capaci di mettere in discussione quel modo di pensare:

  • Come posso stare bene?
  • Come posso rendere questa cosa più facile?
  • Come posso renderla divertente?

Oggi possiamo fare un passo in più. Sono a disposizione tecniche che possono aiutare ognuno di voi a sentirsi felice senza un particolare motivo. Così, quando ne avrete uno, sarete ancora più felici. Ecco su cosa si basa il mio lavoro degli ultimi quarant’anni.

Libertà personale significa anche essere in grado di scegliere gli stati interiori positivi e le cose che desiderate, e concretizzare il tutto nella vostra vita. La libertà permette di trovare cose come l’amore, il successo, l’arte.

Ed è ingannevole pensare che ti servano soldi a palate, per averle.
C’è chi crede che con una bella casa, una bella macchina o una barca i suoi problemi scomparirebbero. Questo è fuorviante. Le persone dovrebbero soffermarsi un po’ di più a riflettere su cosa può renderle davvero felici.

È questione di staccarsi dai problemi e pensare di più alle soluzioni. È questione di star bene la maggior parte del tempo.
È questione di affrontare i momenti e le persone difficili con grazia e abilità. Avete molto più controllo sulle vostre vite di quanto crediate.

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