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I 3 errori più frequenti quando si comunica in pubblico

Così come fa un cartografo per disegnare una mappa, anche tu devi esplorare il territorio in cui ti muoverai prima di parlare di fronte a un pubblico. E devi conoscerlo il meglio possibile, per evitare sentieri scomodi o pericolose sabbie mobili.

Durante la mappatura del pubblico, che si svolge appunto attraverso le domande, potresti incorrere in uno o più di questi errori.

MAPPATURA DEL PUBBLICO, ERRORE NUMERO 1.
FARE DOMANDE SENZA ALZARE LA MANO

Le persone non faranno quello che chiedi, ma quello che tu fai.

Se fai una domanda al pubblico senza mostrare loro in che modo rispondere, ad esempio per alzata di mano, è probabile che solo poche persone ti risponderanno (potendo alzare la mano in 100, probabilmente la alzeranno in 10).
Chi non alza la mano probabilmente è d’accordo con te e/o risponderebbe in modo affermativo alla tua domanda: non alza la mano solo perché non te lo vede fare.

Se invece, mentre fai la domanda, alzi anche il braccio, e così facendo dimostri quello che devono fare dando loro un esempio, stai pur certo che molte più persone ti risponderanno.

 

In questa dinamica, giocano un ruolo importante due fattori, che spiegano questi comportamenti.

  • Il primo riguarda i neuroni specchio: tendiamo a imitare i comportamenti della persona che abbiamo di fronte.

Se il tuo interlocutore sbadiglia, ti verrà da sbadigliare. Se sorride, ti verrà da sorridere.
Se alza la mano, ti verrà spontaneo alzare la mano.

  • Il secondo riguarda il principio di persuasione chiamato di “riprova sociale”, secondo il quale ci è più semplice eseguire alcuni comportamenti se vediamo intorno a noi altre persone che stanno facendo lo stesso.

A nessuno piace alzare la mano da solo, in un’aula piena di estranei o in una sala riunioni in cui non si sa quel che può succedere.
Se tu farai il primo passo, renderai la vita decisamente molto più semplice a tutti coloro che sono lì con te.

Ricorda che devi alzare la mano e stendere tutto il braccio: braccia alzate a metà… producono risposte a metà!

E ricorda anche di evitare la fretta: capita, soprattutto quando si è alle prime armi, di lasciarsi prendere dalla paura o dalla timidezza e di far le cose in tutta velocità, a causa dell’ansia da prestazione.
Alza il braccio e aspetta, con calma, guardando chi ti ascolta con un bel sorriso: vedrai che, una dopo l’altra, tantissime braccia si alzeranno.

Prenditi il tuo tempo. Alza il braccio. Guardali tutti con calma. Aspetta.

MAPPATURA DEL PUBBLICO, ERRORE NUMERO 2.
FARE PIÙ DOMANDE CONTEMPORANEAMENTE

Chi di voi è imprenditore, libero professionista o agente di commercio?

 Chi di voi ha già frequentato un corso o ha già letto un libro di P.N.L.?

 Chi di voi conosce questa materia o ha già fatto altri corsi?

 

Ecco una serie di domande totalmente inutili.

Primo, perché confondono chi le ascolta, che non sa a quale domanda rispondere.

Secondo, perché se anche qualcuno dovesse alzare la mano, tu non avresti comunque le informazioni che cerchi.

 

Se qualcuno alzasse la mano durante la domanda “Chi di voi ha già frequentato un corso o ha già letto un libro di P.N.L.?”, tu che tipo di informazioni avresti ottenuto? Nessuna, perché non sapresti se chi ha alzato la mano ha già frequentato corsi o già letto libri.

Ricorda che fai domande al tuo pubblico per conoscerlo davvero, non tanto per fare.

Fai domande perché le informazioni che ottieni ti permettono di “prendere le misure” al tuo pubblico e di strutturare il tuo intervento in modo adeguato.

Pensa bene a quello che vuoi chiedere. Prepara una serie di domande precise e specifiche, prima di iniziare.
E limita il numero a tre. Andare oltre è inutile e rischi di annoiare l’aula.

MAPPATURA DEL PUBBLICO, ERRORE NUMERO 3.
ANDARE AVANTI SENZA AVER RICEVUTO RISPOSTA

Un errore tanto tipico quanto clamoroso è fare domande e andare avanti nella presentazione senza aver ricevuto risposta, o avendo ricevuto solo risposte parziali.

La questione è che se fai domande e nessuno risponde e tu prosegui, dai al cervello inconscio di chi ti ascolta un messaggio molto chiaro e preciso: non mi interessa davvero quello che pensi, che tu ci sia o meno poco mi importa.

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