Blog -> Risorse di P.N.L. -> L’abilità di essere felici
Spesso lavoro con persone che mi dicono: “Ho la depressione”. Al che, di solito, rispondo: “Ok, mettila qui sul tavolo, così le do un’occhiata”. E allora mi guardano come se il pazzo fossi io. Parlano di ansia come se fosse una cosa che viene e se ne va. L’ansia, però, funziona diversamente. Noi non abbiamo l’ansia, non abbiamo la depressione: noi creiamo quelle sensazioni facendo qualcosa nella nostra mente.
Se prendiamo l’abitudine di pensare e fare cose che ci rendono allegri, felici e realizzati, anche la nostra vita si arricchirà di gioia e soddisfazione. Se invece tendiamo a lamentarci, a sentirci delusi e a deprimerci, diventiamo molto bravi a star male.
La felicità è un’attività, un’abilità da apprendere e perfezionare.
Più ci si allena –come in qualunque altra abilità, che sia andare in bicicletta, parlare una lingua straniera o risolvere i sudoku – più si diventa bravi.
È lo stesso discorso di quando si pensa al passato. Secondo me il Dalai Lama ha riassunto bene il concetto dicendo che a volte le cose brutte accadono: semplicemente bisogna evitare di soffermarcisi troppo. Se lanci un sasso in uno stagno, la superficie rimane increspata per un po’, ma alla fine ritorna liscia. Quando le persone si soffermano troppo sulle cose, finiscono per ingigantirle a dismisura.
Ad esempio, quando si viene traditi, rivivere l’esperienza all’infinito aiuta poco. Credetemi, ci ho provato. Sono andato da uno psicoterapeuta e lui mi ha detto di pensare a una persona che mi aveva trattato davvero male e di immaginarla seduta su una sedia vuota davanti a me. Poi mi ha detto di picchiare la sedia. La chiamavano terapia della Gestalt. Secondo loro sfogare la propria rabbia su una povera sedia innocente aiuta a star meglio.
Dissento, ma perlomeno adesso sono cintura nera in terapia della Gestalt. Sedie e poltrone tremano alla mia vista.
Ora, questo terapeuta mi disse di immaginare sulla sedia qualcuno che mi aveva ferito e mi chiese se provavo rabbia. Poi mi disse di immaginare qualcun altro che odiavo e ancora mi chiese se ero arrabbiato.
Io risposi che ero arrabbiatissimo. Mi disse di picchiarlo e che poi mi sarei sentito meglio. Ecco, credo di aver capito male: lo psicoterapeuta voleva che io picchiassi la persona con la quale ero arrabbiato… io invece saltai addosso a lui e iniziai a suonargliele di santa ragione. Lui non era felice, ma devo dire che dopo, in effetti, stavo molto meglio!
Bisogna imparare dal proprio passato e guardare avanti, perché abbiamo la possibilità di scegliere se guardare al nostro passato e vivere un futuro migliore o se, piuttosto, prendere il nostro passato e usarlo per limitare il nostro avvenire.
Una volta capito questo, potete crearvi l’abitudine di apprendere le lezioni dal vostro passato, anziché continuare a riviverlo, proiettandolo nel presente e nel futuro.
Questo vi permetterà di diventare persone più sagge, che creano per sé un futuro migliore e prendono decisioni più ponderate.
Il bello del passato è che è passato. Il bello del presente è che è un dono. Il bello del futuro è che è pieno di fantastiche opportunità per sentirsi bene ed essere felici.
Richard Bandler – Alessio Roberti – Owen Fitzpatrick
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